venerdì 29 aprile 2011

ETA - la Mensa sull'Abisso


ebbene si, ci siamo
ETA ci delizierà con una personale
che si svolgerà nella specie di spazio di Cremona
che sarà mostra/live painting/performance/cervello/cuore/pennello/fil di ferro

sono onorata di poter partecipare
in veste di documentarista/parte integrante della performance
e vivrò con lei per un paio di giorni in questa sua residenza creativa
assieme ai pesci volanti che popolano il suo cervello

grazie ETola per aver pensato a me
non vedo l'ora

*


martedì 19 aprile 2011

Panamino's gift

mi è arrivata una mail stanotte :)

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l'autore è quest'ometto baffuto qui
grazie misaìl
Panamino ringrazia anche te :)

lunedì 18 aprile 2011

Panamino

è il nuovo arrivato in casa nana/beto.
vi racconto la sua lunga storia:

era un alberino di natale agghindato d'oro, con regalini e pupazzi di neve attaccati ai rametti
quando Beto lo compra e lo porta nella sua dimora in riva al mare (non è proprio in riva al mare ma vabè, rende la storia + carina).
Lo teniamo sulla mensolina in cucina tutto luccicante
poi finisce natale e le feste che seguono:
"Beto che si fa? Lo teniamo vero?"
"Certo!"

e lui così è rimasto lì sulla mensolina tutto dorato senza cambiare di una virgola il suo aspetto brillantinoso.
Poi ieri mentre stavamo facendo colazione Beto mi fa: "Ma lo sai che l'altro giorno l'ho annusato e profumava di abete? mi sa che è vero"

allora io l'ho preso e  ho tentato di togliere tutto quello che aveva addosso.
I pupazzetti e i regalini li avevano attaccati con delle gocciolone di colla così grosse che ho dovuto strappare dei pezzetti di rami...era così agghindato e strizzato che ci era sembrato finto, e sopra di scritto nulla che dicesse il contrario.
Così sono andata fuori, ho messo un piattino sotto il suo vaso e gli ho fatto la doccia.
Oggi Beto è tornato alla casa e mi ha detto che è più verde
benvenuto Panamino :)

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venerdì 8 aprile 2011

Serpiolle

ecco che mi scendono le lacrime
ma dico io perchè anche quando vedi cose belle, che sono stralci di giornate spensierate
devi sempre collegare agli inferni che stanno vivendo (o che non stanno vivendo) le persone che rivedi?

questa piccola cassettina che la mia zia ha ritrovato in mezzo a chissà quante cose vecchie
è stata convertita in cd.
Io e la mamma sapevamo già leggendo quello che c'era scritto sull'etichetta che avremmo pianto fiumi di lacrime,
ma la voglia di ricordare (soprattutto per lei,io all'epoca avevo 2anni) era così tanta che non abbiamo resistito.
Ed eccola lì, la casa di una vita dei miei nonni, il mandorlo, il gelso, la capanna degli attrezzi, l'aratro e il carretto per portare il fieno, la baracca dei conigli, il pollaio, il nano (papero).
E poi il nonno, col suo gilet vestito tutto preciso,
è così tanto tempo che non c'è più che avevo dimenticato quanto somigliasse al mio babbo, e più il tempo passa e più me ne accorgo. Questa cosa mi si è parata davanti come un muro di cemento.
E poi da quella porticina esce la mia nonna, parlando con quel suo tono sempre un po' alto, energico e con l'accento così casentinese che ultimamente aveva un po' perso, o forse ci ero abituata e non lo notavo più.
Se penso che ora non ho il coraggio di andare a trovarla, che non mi riconosce più, non si accorge più di nulla...e i suoi nipoti erano le sue gioie.

E poi si entra dentro, con la telecamera che trasforma la luce della lampada in verde, e il nonno beve il vino mescolato con la Fanta...

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giovedì 7 aprile 2011

ritratto di signora

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E gli occhi sbarrati
sul momento in cui
- senza morire -
siamo scomparsi.

Avvolti d'antico,
ricordi di noi stessi
prima che il diluvio
avesse inizio.

sabato 2 aprile 2011

aggrappato alla montagna

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"Se la terra che mi ha rigettato è pronta ad accogliermi nuovamente, allora io l'abbraccerò", pensavo forte quella mattina, giocando con la mia ultima sigaretta. Poi ho visto la parete scoscesa, le rocce dure e spigolose, la polvere che mi sale lenta nei polmoni e mi fa tossire. Ho sentito le lacrime segnare il volto, lo stomaco accartocciarsi ed il futuro urlare. Così ho rinunciato ed ho guardato lontano il mare, che fluttua e brilla sulla terra, la pervade e la bagna, ed ho deciso che volevo essere così: sconfinato, profondo e spaventoso sogno di ogni poeta e suicida, fluttuante metafora d'incertezza, sarcofago di vita e fonte di morte.


Antonio


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povero Betù

@Porto Venere
posto favoloso